È da un bel po’ che ne parlo (già da Settembre) su come il nuovo iOS14 avrebbe impattato sul tracking.
Ma in cosa consiste questa volta rispetto al cookiegeddon?
Il cambiamento principale in iOS14 è relativo alle app e quindi non è rilevante su quello che succede sul sito web.
Facebook ovviamente non gli piace proprio per niente che iOS14 chieda il consenso a tutte le app per poter tracciare (quindi anche per tracciare sull’app di Facebook).
Qui la reazione di con un articolo che descrive le problematiche che l’iOS14 avrà su Facebook.
In breve (ma ti consiglio di leggere il post ufficiale):
- Puoi associare la tua app a un solo account pubblicitario
- Ogni app è limitata a 9 campagne per iOS 14 alla volta con 5 gruppi di inserzioni con lo stesso tipo di ottimizzazione
- Copertura e frequenza non è disponibile
- Dopo aver pubblicato la campagna, non puoi attivare o disattivare il pulsante della campagna per iOS 14, ma dovrai disattivare o eliminare la campagna
- Il pixel può eseguire l’ottimizzazione per un massimo di 8 eventi di conversione per ogni dominio
- Ritardi nei report
- Risultati stimati attraverso un modello statistico (cioè provano ad azzeccarci)
- Dettagli non supportati (età, genere, regione, posizionamento…)
- Modifiche alle impostazioni della finestra di attribuzione dell’account:
- 1 giorno dal click
- 7 giorni dal click (predefinita)
- 1 giorno dal click e 1 giorno dall’impression
- 7 giorni dal click e un giorno dall’impression
- Limitazioni alla targetizzazione
- Limitazioni alle inserzioni dinamiche
Tutto questo perché la gestione dell’IDFA (Identifier for Advertisers) sarà potenzialmente bloccata.
Che diavolo è l’IDFA? Diciamo che è l’unico mezzo da parte degli inserzionisti per indirizzare e monitorare con precisione gli utenti all’interno delle app sui dispositivi iOS. Un po’ come i cookie nei siti, solo che lì non c’era scadenza 😀
Inoltre le modifiche relative al web in iOS14 hanno a che fare il cloaking CNAME e l’estensione delle protezioni ITP a tutti i browser iOS (quindi non solo a Safari).
Queste sono cose più piccole rispetto agli aggiornamenti dell’app, ma potrebbero rendere più difficile il nostro lavoro di analisti web di conseguenza.
QUINDI CHE SI FA? 🧐🧐
Non ci sono workaround tecnici se a monte l’IDFA viene persa o non gestita.
Facebook spinge verso il passaggi dell’API Conversions (chiamate server-side) perché potrà usare nuovi metodi per continuare a tracciare come vuole (ergo “sottrarre i dati degli utenti senza consenso”). Sever-side è utile per “eliminare” le problematiche CNAME, ITP è server side (ma non il blocco tracking dell’APP).
QUINDI TUTTO BELLO, MA LE SOLUZIONI?
Dal mio punto di vista e da quello che vedo/sento posso suggerire di:
1) Cercare di spingere l’autenticazione esplicita dell’utente (attraverso login, l’inserimento di una email)
2) Utilizzare sistemi di tracking proprietari (sì, sembra un mattone detta così, ma il concetto è avere un sistema che ci permetta di utilizzare DMP first party data)
3) Server-side toglierà problemi relativi al tracking JavaScript bloccati o comunque al blocco dei browser
Soluzioni adatte per tutti? Mmm no.
Su Facebook cosa puoi fare?
Cercare di accorciare il più possibile la conversione con l’intento di acquisire il dato in prima parte (login nel tuo sito).
Attenzione che gli acquisti in-app saranno comunque vincolati al problema IDFA (quindi la soluzione non è resto in APP su Facebook e mi salvo). L’IDFA lo perdi comunque
Come sarà il futuro?
– Il futuro sarà sessionState e completamente cookieless (o meglio i cookie dureranno per sessione).
– Il futuro del tracking è nel login dell’utente (è stato Safari con John Wilander a proporre la API isLoggedIn che permetterà di passare le informazioni che l’ITP automaticamente sega via)
C’è da lavorare ragazzi e ci dobbiamo adattare 😁
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